Vacanze attive in montagna
Alta Val Pusteria in estate
Era da tempo che sognavo di tornare in quei luoghi visitati da bambina e ripercorrere alcuni dei sentieri che all’epoca mi fecero innamorare della montagna d’estate.
La Val Pusteria, in particolare, esercita su di me un fascino tutto suo. Io ho capito il suo segreto.
Sono le vette che si stagliano contro il cielo e che, se le osservi specialmente all’imbrunire, ti fanno sentire piccolo piccolo.
È il profumo di resina degli abeti dopo la pioggia.
Sono i grandi e verdi tappeti erbosi, che qui si estendono a non finire.
Sono i più bei laghi dalle acque cangianti.
Se stai pensando a dove trascorrere la tua prossima vacanza estiva in montagna, prendi in considerazione la Val Pusteria. Qui puoi ritagliarti davvero il tuo soggiorno su misura.
Alta Val Pusteria: il mio itinerario per 7 giorni in montagna d’estate
Da una super fan della montagna d’estate come me, non può che giungerti il consiglio di prenderti almeno una settimana.
Questo è il tempo necessario per lasciare alle spalle stress e tensioni e trarre pieno beneficio dalla tua esperienza a contatto con la natura.
Quale periodo scegliere?
Da giugno a settembre ogni mese è buono. Io ho scelto la fine di agosto, quando le giornate sono ancora abbastanza lunghe e il tempo tende a essere clemente per tutta la giornata, per poi sfogarsi verso sera con qualche pioggia e temporale.
Alla ricerca di un alloggio?
Prima una domanda. Sei più un tipo d’albergo o non ti lasci sfuggire la possibilità di provare nuove sistemazioni, più a contatto con la gente del posto?
Se la risposta è la seconda, corri a prendere carta e penna perché l’alloggio qui descritto è di quelli da tenerseli stretti stretti.
Premessa.
Per la ricerca della mia sistemazione ideale avevo due obiettivi:
1. cercare di risparmiare, perché la montagna d’estate costa;
2. uscire dal solito circuito di Booking.com
Così, abbastanza per caso, ho scoperto questo portale che promuove agriturismi e masi in Alto Adige.
Mi sono da subito concentrata su Villabassa perché, rispetto alle limitrofe Dobbiaco e San Candido, meno cara e punto di partenza strategico per il mio itinerario.
Poi… poi è stato colpo di fulmine.
Un laghetto in primo piano, una distesa d’erba e, sullo sfondo, una vera casa di montagna e alcune cime in lontananza.
Il maso si chiama Unterstein e Maria e Arno, i padroni di casa, sono due persone squisite.
(Qui vai alla pagina del maso >)
Giorno 1
Dal Lago di Braies al Lago dei Colli Alti
Eravamo molto carichi, lo ammetto.
Così abbiamo deciso di partire subito con un trekking di 6 ore, a tratti impegnativo.
Il panorama lungo tutto il percorso ripaga però ogni sforzo.
Se parti molto presto, fermati a scattare qualche foto con le prime luci del giorno in riva al Lago di Braies.
Ne vale davvero la pena.
Qui trovi i dettagli dell’escursione e altre foto >
Giorno 2
Bagni di San Candido e Prati di Croda Rossa
Una passeggiata molto tranquilla è quella che dalla stazione alta della seggiovia Baranci a San Candido si inoltra nel bosco fino ad arrivare a Bagni di San Candido, un’antica stazione termale ora in rovina molto apprezzata dai ceti più alti della monarchia prussiana e austriaca.
Potrai ammirare i resti dell’antico stabilimento, trasformato a inizio ‘900 in Grand Hotel e distrutto quasi completamente durante la Prima Guerra Mondiale e assaggiare le Acque Lavaredo e Kaiserwasser… per poi tornare in centro a San Candido poco prima dell’ora di pranzo.
Se si parte dalla stazione a monte dell’impianto di risalita, l’intero percorso è in discesa.
Nel pomeriggio, vale la pena spostarsi a Moso e prendere l’ovovia per i Prati di Croda Rossa.
Qui ci si può rilassare e prendere il sole su uno dei tanti sdrai messi a disposizione dalle baite oppure incamminarsi lungo il sentiero che più ispira (è punto di incontro di numerosissimi percorsi).
Giorno 3
Da Dobbiaco a Brunico in bicicletta (elettrica)
Amo camminare, ma apprezzo anche altri sport e nuove esperienze.
Così il terzo giorno abbiamo noleggiato una city bike elettrica al FUNActive di Dobbiaco e siamo partiti alla volta di Brunico. Il percorso, molto panoramico e adatto a tutti, segue la Ciclabile della Val Pusteria e costeggia il corso del fiume Rienza. 43 km tra prati e boschi per circa 3 ore di bicicletta.
Ecco qualche foto di Brunico.
Giorno 4
Escursione alle Tre Cime di Lavaredo partendo dalla Val Fiscalina
Una delle escursioni più belle, panoramiche, faticose ma al contempo appaganti che abbia mai fatto.
Le Tre Cime di Lavaredo sono famose in tutto il mondo. Sono Patrimonio UNESCO e ogni estate vengono letteralmente prese d’assalto da miriadi di escursionisti.
Più percorsi portano al cospetto delle Tre Cime, alcuni sono più corti e facili, altri più lunghi e impegnativi.
Tutti gli itinerari sono ad anello.
Se i chilometri e i dislivelli non ti spaventano, ti consiglio il percorso circolare che parte dalla Val Fiscalina. Sicuramente più arduo e stancante, ma proprio per questo molto meno affollato rispetto al classico giro delle Tre Cime. Rifugi toccati: Fondovalle, Comici, Pian di Cengia, Locatelli.
Qui tutti i dettagli del percorso e altre foto >
Giorno 5
Dobbiaco – Carbonin – Prato Piazza – Ponticello – Braies in E-MTB
Il commento di un mio compagno di viaggio, mentre ci apprestavamo a compiere la salita in sterrato che portava su fino a Prato Piazza, è stato: “Ma è un percorso da fuori di testaaaaa!!!!” 😂
Questo lascia già presagire il livello di difficoltà dell’itinerario, sconsigliato a chi non ha resistenza fisica né un minimo di allenamento.
In realtà è stato uno dei giorni più belli della mia settimana in Alta Pusteria. Ho scoperto di essere un’amante della Mountain Bike (che a pedalata assistita è veramente uno sballo).
Il percorso comincia dalla stazione di Dobbiaco e per tutto il tragitto si susseguono scenari inimmaginabili.
Giorno 6
Val Comelico: una valle “incontaminata”
L’ultimo giorno della vacanza desideravamo sfruttarlo al meglio senza affaticarci troppo. Ci siamo così fatti suggerire da Arno una tranquilla passeggiata in Val Comelico, al confine tra Trentino Alto Adige e Veneto.
A differenza delle altre vallate, la Val Comelico è quasi rimasta indietro nel tempo.
E’ una terra più “selvaggia” e poco frequentata, perfetta per rilassarsi a contatto con la natura.
Anche in questo caso abbiamo studiato l’itinerario in modo da effettuare un giro ad anello arrivando per l’ora di pranzo a Malga Coltrondo, fortemente consigliataci da Arno.
Il percorso ha inizio a Passo Monte Croce e si addentra subito nel bosco seguendo il sentiero 131 in direzione di Malga Nemes. Lungo la via si incrociano alcuni ruderi della Prima Guerra Mondiale, di cui una menzione particolare merita un bunker dalla pianta circolare perfettamente conservato. La strada per Malga Nemes attraversa boschi e prati verdeggianti ed è molto piacevole.
La malga sorge su un piccolo altopiano con mucche e cavalli al pascolo. Inizia ad essere quasi ora di pranzo, ma decidiamo di proseguire comunque per Malga Coltrondo (raggiunta in circa una mezzora di cammino da Malga Nemes).
Arno aveva ragione e anche noi ci sentiamo di consigliare questa malga per un pranzo in Val Comelico (tra l’altro raggiungibile anche con la propria vettura grazie a una strada carrozzabile che la collega al passo).
Un aneddoto divertente (solo ora, te lo assicuro).
Credevamo di avercela fatta.
7 giorni su 7 senza una giornata di pioggia! Eravamo stati miracolati.
Ma mai cantar vittoria prima del tempo e partire senza informasi a dovere, ecco l’insegnamento che ho tratto da questa vacanza in Alta Pusteria.
Montagna e pioggia sono compagne fedeli e inoltre si avvicinava settembre, con le sue giornate più corte e instabili.
Usciti da Malga Coltrondo, il sole era sparito e nubi minacciose si addensavano in cielo con il loro carico di pioggia. Quanta strada mancava per tornare alla macchina? Un’ora appena. La percezione, tuttavia, a volte gioca brutti scherzi. In quella singola ora abbiamo preso tutta l’acqua che eravamo riusciti ad evitare in un’intera settimana.
I tuoni rimbombavano sempre più forti e in lontananza qualche fulmine rischiarava il cielo. Ti risparmio ulteriori dettagli tipo urla di panico, corse contro il tempo e incontri ravvicinati del terzo tipo, ma il calduccio della macchina dopo tutta quella pioggia si è rivelato la cosa più bella del mondo.
Giorno 7
Lienz e ritorno a casa
La mattina dell’ultimo giorno abbiamo deciso di trascorrerla a Lienz, in Austria.
La cittadina dista circa 45 minuti di auto da Villabassa e per raggiungerla si percorre una strada statale, quindi non occorre acquistare la Vignette che serve soltanto se si usufruisce dell’autostrada.
In alternativa puoi raggiungerla in treno, ma lo sconsiglio dato il costo abbastanza elevato del servizio.
Se hai invece un’intera giornata a disposizione, puoi scegliere di utilizzare la bicicletta (basta una bici normale dato il percorso in pianura) e tornare indietro in treno.
Lienz non ci ha lasciato chissà quale ricordo, ma è una località che si visita bene in mezza giornata.
Questa splendida esperienza in montagna termina qui, ma già sogno la prossima avventura! Stay Tuned 😎
Se ti interessa sapere qualcosa di più sul Maso Unterstein a Villabassa…
Noi ci siamo trovati benissimo e sicuramente torneremo ancora.
La sistemazione in maso ti permette di entrare maggiormente in contatto con le persone del posto, conoscere nuovi modi di vivere e arricchire la tua cultura.
L’intera struttura è stata recentemente ristrutturata secondo i criteri della bio-edilizia.
A colazione e cena trovi tanti prodotti biologici provenienti dal maso, come torte e crostate fatte in casa, succhi biologici, frutta fresca, diversi tipi di yogurt e marmellate home-made.
La caffetteria è espressa e i cappuccini sono ottimi.
A cena, ovviamente, non devi aspettarti il menù a tre scelte degli hotel.
Giorno per giorno Maria decide cosa servirti. Le porzioni sono sempre molto abbondanti e la qualità eccellente, dall’antipasto al dessert.